martedì 6 maggio 2008

La Musica nelle Aie - Castel Raniero Folk Festival al nastro di partenza.


Il 9 maggio in concerto i casertani "Taranterrae"; sabato il convegno sulla Biodiversità Musicale .
Castel Raniero - Faenza : Con il patrocinio e il supporto di: Comune di Faenza, Provincia di Ravenna, Regione Emilia Romagna, Terre di Faenza, Moto d'Idee, Audiocoop-Meifest, Mescalina.it, Territorio Musicale, Voci per la Libertà, Risonanze Unplugged, Tratti Festival, Reno Folk, Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli dal 9 all'11 maggio prenderà vita il folk festival "La musica nelle Aie" a Castel Raniero . L'intenso programma de "La musica nelle Aie- Castel Raniero Folk Festival gemellato con Voci per la Libertà - Una Canzone per Amnesty prenderà corpo venerdì 9 maggio alle 19,30 con l' apertura dello stand gastronomico e alle 21,00 al via il primo concerto in programma con i casertani Taranterrae . "La Campania è una terra trasposta in musica, e per questo il mondo intero ce la invidia. Poche altre regioni del globo possono vantare un simile patrimonio sonoro, sia per riconoscibilità immediata che per varietà di linguaggi musicali: tanto la melodia quanto il ritmo segnano le passioni di un popolo lungo l’arco intero della vita, dalla nascita al lavoro all’amore, fino naturalmente alla morte. Ciò scrive Daniele Bergesio per World Music Magazine – il giornale della musica, in merito ai Taranterrae che continua: La fioritura delle linee vocali trasporta emozioni e struggimenti del cuore, la cadenza napoletana tocca le corde più malinconiche, il canto a fronna permette di giocare con le proprie mature abilità canore, il furore ritmico delle tammurriate scandisce le pulsioni più istintive dell’animo. Proprio in questo furore hanno il loro punto di forza i Taranterrae, che dalla loro Caserta viaggiano a cavallo della musica attraverso l’intero territorio campano - grazie anche alla parallela attività di ricerca e diffusione delle musiche tradizionali dell’Associazione L’Isola, a loro collegata. Dicevamo delle spinte emotive della tammurriata: il folto ensemble infatti ha nell’energico vigore dell’endecasillabo alla napoletana un valore aggiunto, l’esecuzione veracemente ruspante di brani come “È l’uso, è l’uso”, “Oi’ Tiritò” o “Aucellucce” coinvolgono con la loro immediatezza e il loro vigore. Ma la voce è spesso in primo piano, dando il giusto risalto anche al lato melodico della canzone campana, da Napoli al Cilento e al casertano: “All’acqua all’acqua”, “So’ doje ore” o “Zi’ munacello” (in cui la linea di basso è particolarmente straniante) contano su armonizzazioni vocali decise, che sostengono la melodia sul pieno degli strumenti. Due parole vanno spese anche sugli arrangiamenti, debitori del folk revival dei ’70 senza però essere pedissequi: chitarra battente, flauti, castagnette, violino e organetto spostano di sovente gli accenti emotivi dei pezzi, evitando abilmente il rischio di ripetitività che affligge la musica popolare estratta dal proprio contesto ‘rituale’. Un grosso punto a favore, per un disco che si lascia ascoltare con gusto in tutti i suoi 41 minuti consecutivamente: ad oggi non è per nulla facile. Come ogni lavoro, anche ‘O primo figlio è perfettibile in alcuni punti – qua e là l’intonazione vacilla, tirata per la giacchetta dall’irruenza dell’esecuzione: ma è un peccato veniale, figlio di una voglia di trasmettere le proprie passioni più forte di ogni rigore accademico. In fondo, è così che la musica del popolo e della storia dovrebbe essere." Sabato invece, alle 15,00, presso Villa Orestina, via Castel Raniero, 32 si terrà, in collaborazione con CEA, il convegno sul tema "la biodiversità musicale - Il caso Romagna". In detta occasione sono previsti interventi e testimonianze di musicisti ed esperti del settore . Il convegno vedrà protagonisti : Giuseppe Bellosi, Roberto Bucci, Giancarlo Battilani, Riccarda Casadei. In merito al convegno: La salvaguardia della biodiversità musicale" il CEA, Centro di Educazione Ambientale del Comune di Faenza, svolge da tempo un ruolo di informazione e formazione sulle tematiche ambientali della Città di Faenza in contatto con un tessuto sociale ed associativo vivo e propositivo. Nella circostanza della manifestazione “La Musica nelle Aie”, in pieno accordo con gli organizzatori, ha inteso proporre un taglio innovativo ed una lettura originale delle motivazioni profonde dell’evento. Da alcuni anni infatti il tema della salvaguardia della biodiversità ha oltrepassato i confini della biologia per espandersi al grande campo delle culture umane, delle arti, delle tecnologie, delle tradizioni. Salvaguardare le informazioni non è dunque più solamente un imperativo che ci invita a proteggere l’informazione contenuta nel DNA di migliaia di specie animali e vegetali a rischio di estinzione ma è un invito a considerare preziosa per il futuro dell’uomo qualsiasi informazione derivante dall’esperienza passata perché, come avviene in natura, tutto prima o poi può ridiventare utile per l’adattamento ad un ambiente che muta con velocità sempre crescente. La Musica è una forma di espressione culturale che non fa eccezione: salvare il passato per reinterpretarlo continuamente e per farne le basi su cui costruire le nuove forme artistiche ed espressive è una necessità.Nulla si può creare di artistico o di tecnologico senza la conoscenza dell’esperienza passata, un’esperienza non relegata nel museo dei ricordi ma viva e presente nella tradizione. Questa è anche l’esperienza della Musica nelle Aie: radici nel passato e nella propria terra, sguardo verso il futuro, l’innovazione e la creatività. Solo così un patrimonio - potremmo dire un DNA - culturale può essere tramandato.
Lucia Vagliviello

Nessun commento: